Ad Link

lunedì 13 novembre 2017

La crudeltà del ricordo digitale.

Il blog è nato tanti fa (7?) come muro del pianto. Del pianto per le stronzate, una ti molla, ci rimani male, credi che sia un problema vero, hai paura del domani, come farò. 
Gli anni sono passati, sono cambiati i problemi. Il tempo ha minimizzato quelli di ieri ed ingrandito quelli di oggi. La vita è cambiata, e c'è meno tempo riflettere sulle stronzate. Perché le stronzate, appunto, quando non hai ore da buttare rimurginando sul nulla, restano quelle che sono: stronzate.

E così lentamente diventi solo un sacco pieno di dolore, un contenitore di sofferenze, perché la vita va avanti e cominci a perdere le colonne che erano intorno a te. E se ne vanno i famigliari con cui forse non hai mai avuto rapporti troppo stretti, intimi, ma che son sempre stati lì, sin da quando sei stato una persona. E se ne va il cane. E se ne vanno tutti. E non c'è niente da fare se non guardare le piastrelle della doccia mentre ti versi lo shampoo addosso.

Il muro del pianto ora è per la vita, anzi, è per la morte. E' buffo, quando è nato il blog non riuscivo ad aprire la casella email per la paura, vera, intimi e fisica di rileggere vecchie mail di A., quasi avessero un qualche potere soprannaturale. Ora c'è l'ultima mail che mi ha spedito una persona prima di mancare e se la apro, per rileggere quelle ultime righe non c'è rabbia, ma solo un dolore secco, nero, che non ammette repliche. E non posso cancellare, non posso riporre in un cassetto lontano, non posso fare nulla. Devo tornare ad imparare a non pensare, che è l'unico modo per convivere con la non accettazione che finiscono anni, ere, fatti, rapporti, persone.

I nostri corpi sono solo delle sacche del dolore.
Ciao.

giovedì 6 aprile 2017

Bury me





Seppellitemi con un poesia di Bukowski, una libro di Allende e una foto del cane.
Seppellitemi in 20 minuti, in modo laico, senza dire messe.
Seppellitemi e poi andatevene a bere. Comprate 8 bottiglie di vino e due cognac e buttate nel lavandino quello che avanza.
Seppellitemi con una VHS della Camera Verde, senza abiti eleganti e senza perdere tempo.

Seppellitemi in un giorno di vento, con poco sole e senza chiasso intorno.
Seppellitemi senza dirlo a nessuno, chiamate solo chi deve esserci e lasciate le 8 bottiglie di vino per voi.
Seppellitemi ricordando quello che mi piaceva, metteteci una foto di Belfast e una maglietta dei Blue Jays.
Seppellitemi come fossi un impiegato del catasto, ma senza contratto pubblico, che si dà delle grandi arie.
Seppellitemi e poi scolatevi le bottiglie, andatevene in giro, tornate a casa e vedetevi Kill Bill Volume I.
Seppellitemi parlando del cane, parlando dei miei genitori, dei mie nonni, dei miei figli.
Seppellitemi ricordando che spero ancora in un dio giusto e vendicativo, rigoroso ed implacabile.
Seppellitemi non dimenticando che ho avuto quello che meritavo, sempre.
Seppellitemi ricordando che mi piaceva viaggiare nei treni di notte, ma poi sono stati lentamente tutti eliminati e non l'ho più potuto fare.
Seppellitemi e poi ascoltatevi As long as we got each other un paio di volte. Poi spegnete il cellulare, e chiudete quelle cazzo di bara, di tomba, di buco.
Seppellitemi e non se ne parli più.

giovedì 2 marzo 2017

Voi non sapete cos'è l'amore





Voi non sapete cos’è l’amore.
Voi non sapete cos’è l’amore fino al giorno in cui siete tornati a casa, l’avete trovata sul divano, troppo stanca anche solo per camminare, e l’avete accarezzata senza che ci fosse più speranza.
Voi non sapete cos’è l’amore se non avete cercato il suo sguardo, ma era girata dal lato sbagliato e non avete voluto disturbare quei pochi secondi in cui sembrava rilassarsi, accontentandovi di farvi seguire con la coda degli occhi.

Se non avete tenuto le vostre mani, stanche del lavoro, sulla sua vita, sempre più piccola, sempre più miserabile, sempre più sofferente, senza che lei non dicesse mai nulla.
Voi non sapete cos’è l’amore se ogni volta che avete pensato lei avete cominciato a sentire le lacrime risalire e vi siete sforzati di trattenervi, respiri calmi, immagini felici, autoconvincimento sull’ineluttabilità del dolore e della morte, e per circa 35 secondi ha funzionato, ma poi d’un tratta tutto ha ceduto e vi siete ritrovati incapaci di controllare alcunché.
Voi non sapete cos’è l’amore se non avete dovuto metterla su un tavolo, il vostro tavolo, distesa e l’avete guardata, sapendo che sarebbe finita a breve, che lei avrebbe smesso di soffrire nel secondo in cui per voi sarebbe iniziato il baratro.
Voi non sapete cos’è l’amore se non la immaginate felice che corre in un parco bene tenuto, pieno di suoi amici calmi ed affettuosi, mentre voi siete al buio a letto, a cercare di scacciare via un ricordo di felicità quando è l’unica cosa che potrebbe aiutarvi.
Non lo sapete se non le avete coperto gli occhi per non farle vedere quel ridicolo e blasfemo ago, il ferro che è solo morte e distruzione, e l’avete tenuta con voi mentre si addormentava, dicendole solo di stare calma, che a breve sarebbe finito tutto.
Sarebbe finito il dolore per lei, avrebbe iniziato il vostro.
Voi non sapete cos’è l’amore finché non avete visto il suo angolo vuoto, finché non vi siete alzati alle 4 di notte e l’avete cercata per darle una carezza e non avete trovato nulla. La natura odia il vuoto, e voi non sapete cos’è l’amore se non avete cominciato ad odiarlo a vostra volta.
Voi non sapete cos’è l’amore se non avete passato ora, giornate, settimane, anni, in cui tutta la vostra serenità dipendeva solo dal quel muso.
Voi non lo sapete perché non avete preso la sua coperta rossa, sporca e che sapeva di lei, e l’idea di lavarla, di coprire con essenze neutre il suo odore, era in quel momento la decisione più importante da affrontare.
Voi non lo sapete finché al mattino, vi ritrovate questi 10 minuti in più, non dovete più uscire con lei, e sono 10 minuti indegni di essere vissuti.
Voi non sapete cos’è l’amore e io non avrei mai voluto saperlo.
No.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...