Ad Link

domenica 14 luglio 2013

La terza volta nella città di B.



La prima volta ci arrivai in treno da Zagabria. Era 6 anni fa. La prima volta ero con Chiara, quindi non parliamo nemmeno di vita precedenti, ma di ere geologiche diverse. Avevo l'albergo dietro Kelety Pu. Era tutto semplice e tutto imperfetto. Prendevamo la metro con lo zainone in spalle, perché questo facevano i giovani viaggiatori. Facevamo colazione in Hotel (lo Star Hotel: l'affetto rinvigorisce i ricordi), di giorno visitavamo ogni cosa fosse possibile vedere tanta era la (mia) sete di immagine diverse (passavamo 1000 volte di fronte all'hotel centrale, Il Mercure di Vaci Ucta), la sera, tornando dalle interminabili camminate, guardavo dai vetri dell'ascensore una coppia di adolescenti tedeschi che giocavano a carte sul letto (erano entrambi in mutande) e desideravo essere al loro posto. Perché avevano un tipo di intimità che a me sfuggiva. Camminavo. Una sera andammo in un bar di quartiere vicino all'hotel. C'erano solo persone del posto. Mi parve una grande conquista. Poi in hotel lei si mise a dormire, io facevo un po' zapping sulla TV. Beccai un porno. Spensi e mi misi a dormire.


La seconda volta ci arrivai in treno da Graz. Nel 2009. Con un treno assurdo, ci volevano 7 ore, si partiva tipo alle 6 di mattina. La seconda volta ci andai con A., un amico turco e un tipo thai (era pieno di soldi, decentemente intelligente [ma non troppo] ed odioso). Stavamo in un ostello di cui non ricordo né nome, né location (l'odio corrode i ricordi). Affittammo una barchetta nel lago dietro Piazzale degli Eroi e tentammo di remare. L'amico turco se la cavava. Io per niente, non riuscivo bene ad imprimere né forza, né direzione. Di giorno visitammo un po' tutto di fretta (passammo 30 volte davanti all'hotel centrale, Il Mercure di Vaci Ucta: avevo proprio voglia di andarci). La sera uscimmo in un vecchio edificio underground, non prima di essere passati per Deak Farenc Ter a bere una birra (io non avevo mezza lira, anzi mezzo fiorino, quindi giusto quella potevo permettermi). Dopo un po' m'ero rotto i coglioni ed ero tornato in hotel. Mi districavo bene tra i vialoni di Pest. Il giorno dopo, a sera, tornammo in treno, lei si incazzò da morire per una stronzata (ah sì: le avev[am]o fatto una foto con una sigaretta mentre dormiva, forse): era il preludio della roba insensata che sarebbe avvenuta nei mesi dopo. Io tornavo stanco. Mi chiedevo se avrai mai più rimesso piede a B.



La terza volta arrivai in aereo. Ero con Pavlov. Era la vita nuova, quindi non c'era tempo per arrivare in treno. Del resto credo abbiano soppresso il diretto da Venezia. La terza volta non c'era tempo per arrivare attraverso le rotaie, ma c'era tempo per visitare, rivedere le piazze passate e vedere quelle nuove alla luce dei cambiamenti degli ultimi anni. Il Parlamento era sotto lavori. Idem il Budavari Palota. Piazzale degli Eroi invece era sempre lì. La terza volta anche passai decine di volte davanti all'hotel centrale di Vaci Ucta, perché stavolta ci alloggiavo. La terza volta potevo passare la serata a sentire musica in piazza mentre mandavo giù la terza birra (avevo i 5€ necessari per pagarle), potevamo buttarci nel parco a riposare (stavolta niente scialuppe ingovernabili), potevamo persino leggere libri sull'incivile ed irrecuperabile periferia romana. Camminavo ancora, con più fatica. La terza volta non ho fatto nemmeno una foto (una volevo farla). La terza volta non mancava nulla, seppure non ci fossero cose della prima e della seconda. E tornando in aereo i campi di grano alle porte della città parevano coltivati in modo stupido ed il Danubio assumeva un'espressione vincente e sobria.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...